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Visualizzazione dei post da ottobre, 2023

Gardner non muore mai

 Sono qui su una sedia qualunque e la testa ancora attaccata al collo, forse per poco, fa niente. Per la storia che sta per iniziare è del tutto sufficiente. Comincia così. Marco detto Gardner dai così detti amici è nato trentadue anni fa in un paese quasi più insignificante di lui, Mercole, fra Lecce e Brindisi, in mezzo al niente. C'è una statale tutta bella levigata che lo attraversa, le luci elettriche dei lampioni perfidi che fanno riflessi rossastri sulle strisce bianche della strada, il bar del paese aperto e in cerca di cliente sembra più un ospizio per disorientati; chiome di alberi ben curati ai lati sventolano poco epicamente da una parte e dall'altra, una macchina passa raddoppiando volgarmente il limite di velocità previsto, ecco il paese è finito. Mercole scritto maiuscolo su di un cartello con una bella barra rossa che quasi ricorda la divisa di un carabiniere. Sono le cinque e zero due nella stanza di Gardner, la sveglia strilla con disperazione ed una maledizio

L'Eros cosmogonico

  « L’uomo conosce legami sentimentali, rapporti di interesse, l’entusiasmo per la vicinanza di idee e di principii, persino la coscienza della comunanza di stirpe e di sangue, ma, a uno sguardo profondo si mostrano tutti affetti dall’impronta decadente dell’astrazione, dalla propensione alle mere dottrine e alle formule etiche. Per essere preservato da ogni forma d’idealismo, il ‘mistero dell’Eros’ dovrebbe essere rinnovato nella “fratellanza del sangue”, nell’unione dei suoi seguaci, e solo questi termini darebbero luogo all’ Eros cosmogonico . La corporeità è la rappresentazione fisica dell’anima del mondo, il simbolo fluente di immagini vive; solo allora si manifesta l’occhio del Dio che crea il mondo e, di fronte alle passioni profonde, il velo dell’involucro materiale si fende e inizia ad ardere la luce dell’anima elementare. Va però scongiurato il pericolo che il pathos della grande passione scambi il simbolo con la persona amata, e che questa venga elevata a Dio al posto della

La storia migliore che abbiate mai letto sull'Invidia, ha questo titolo

  Non è per niente facile scrivere di invidia quando se ne è stati le vittime principali. A nostro strano modo   —   noi poveri imbecilli di un tempo che è stato e non tornerà più se non per prenderci a schiaffi   —   , abbiamo tutti ammirato qualcuno fingendo molto bene che non ci importasse nulla dei suoi suc cessi o del fatto che, per dirne una mentre si è decisamente impegnati ad addentare una galletta di mais di fronte alla TV che parla vivacemente in cucina e siamo pertanto rattristati e soli, ci si ricordi con perfino troppa nitidezza di quella volta in cui siamo andati insieme a giocare a tennis e lui era molto più veloce ed efficiente nei colpi e persino più atletico sotto la doccia. Di queste cose, posso assicurarlo, me ne intendo parecchio. Potete chiedere alla polvere, o se preferite a qualche fallito di un certo talento che era partito con l’idea di diventare un parlamentare o comunque qualcuno di importante mentre adesso è costretto a truffare vecchi rincoglioniti vendend