05.24.25 ChiaraTestaModena
Elenco degli ultimi effetti. Mi piace ancora. Chiara la vuota, dunque non lei, nell'educanda mansione delle sue labbrucole smunte ha emesso il verdetto: sei stato cattivo, ti auguro sinceramente ogni bene. E perdersi. La struttura del discorso. La cura del padre che sulle scalette della cucina agitava, dopo i carciofi da me non mangiati (e lo Xanax, ben porto dalla mano di madre, io sulla sdraio a pinzarmi le lonze sotto la maglia) e nervosamente i fogli del q. segretamente stampato e indicava, con dita non ancora nodose ma flettili - non fu la prima volta, ma la prima volta fu che fu reso pubblico e urlato - per aver scritto cotanto orrore necessitava uno psichiatraaaaa. Ah, ne avessi visti pochi. Centotrenta euro. Non potrò pagare stavolta, né continuare a contrabbandare la mia sconfitta per geniale odio del Reale. La signora ultraquarantenne, professional educator che fa i trucchi con la luna, potrà mai capire che non capisce un cazzo? È un'impossibilia, per quanto neutro sia il genere e plurale il numero. Non sapete né potrete mai sapere quanto mi dia fastidio - cazzo fastidio cazzo fastidio cazzo fastidio - che non posso con questo CAZZO DI PC PORTATILE scrivere la e maiuscola accentata. Oggi notte dai Carabinieri, al citofono risponde fighetta con la fica invelta nelle vaginatissima parte a cavallo a della vulva, imbandata dal blu, per l'appunto, da carabiniere. "Non posso aprirle, sono sola!". Cioè io dovevo fare una denuncia e invece, no, è chiuso. Modena è molto nebbiosa. Le sue officine di meccanica per auto hanno del tutto e per sempre perso il fascino disgraziato che avevano negli anni Novanta, quando tutto andava veloce e se sbattevi contro una pulciosa anta di garage verniciata di rosso era per diventare più bello. Profondità. Trazodone. Trittico. Sertralina. Iperico. Troppo tempo scaricato nel cesso dei Social. Le enormi tette a ballon d'essai della rossa a faccia cagnuta di anni 22 che ho travisto più volte deambulare nelle vicinanze del LUOGO CHE NON DOVREI FREQUENTARE. Cubico, con la barista più bassa di un cazzo corto e che serve sempre abbastanza velocemente insalate con, devo dire, pessimi pomodori: è bruttina e nemmeno brutta. E Anita, la bionda cenere col cazzo più lungo di una politica in prepensionamento dalla possibilità di restare una persona con degli affetti. Vai a Roma, cogliona. E ora a Brussels. A che cazzo fare se è un posto pieno di subumani diversamente negri e freddi bar con i tavoli di vetro scuro che pare ti taglino in due il colon trasverso dopo che hai sorseggiato il primo di sorso di aperitivo verde lago pisciato? Capolavori. Emanuela la laureata in psicologia con la faccia più brutta di uno stronzo molto morbido conformato manualmente per rassemblare un volto. Pelle bianca e butterata. Il coglione. La guida notturna. Il desiderio di sparare. L'appuntato Gargiulo. L'enunciazione dichiarativa di suicidio per attirare l'attenzione dei nulli. Una grande domanda: perché le parole si scrivono e i numeri si calcolano? Non capite un cazzo. Che differenza c'è fra scrivere e calcolare? Nessuna, in realtà. La filosofia, questa luce che taglia, il numero 3, l'integrale del 28 tendente allo zero, lo sproloquio, il delirium, la chemio che non funziona, la chemioterapia che se è terapia allora funziona, il bevacizumab, il marketing, l'odio, l'odio, la rabbia, l'alcol, la faccia da san Bernardo abbaiante e unto, l'ematologo con la prostata impallinata di tumori, la prostatectemia più etrusca e saggia di sempre, il testo che respinge il livello di attenzione, le parole che derivano dal francese, il registratore che non registra più, il blogger fallito che si porta accanto quell'immenso idiota che mangiava caramelle amare (mihi non refero...), il Lupo nella steppa, l'architetta nella tetta, il racconto che non si dipana. Il sangue che esce dai buchi sbagliati, gli Sbagliati che escono dai buchi e risolvono tutto come da tradizione, come dire, millenaria. Il parlare di sé fra sé e sé. Il palestrello bidello col cognome impiccinito da galli che non trovano oro. La moglie sua adunca nel frontocranio col culo ancora conforme e i cinquecento addominali all'alba. La mancanza di verbi. Anna l'Intagliatrice napoletana figlia di madre inglese scopata da napoletano. La sua faccia di merda, il divano sfondato, le sue stoviglie. Il mio vomito sul cofano del romeno con la BMW bianca. Il Foglio. L'ubriachezza molesta. Le indimenticabili tette di quella che non me la dette. L'elementare maestranza. E il pensiero logico sopra a tutto. E perché se postiamo tutto il tempo non possiamo creare luoghi? Usava costui pertanto l'alibi della società in rovina per non affrontare i suoi problemi. Il libro di Giacosa sui motori endotermici. Dante! Vai all'inferno! Le tette piatte di Chiara la Madre Vuotata nello scolo. La sua camicetta del cazzo data dal mio cazzo, a righe. La misoginia e una sessualità impedita dall'esclusivo bisogno di amore. Seghe con sborrate mediocri su siti schifosi. Il desiderio di lotta. Di morte. L'esibizione di orrore. La guerra che uccide. Il palestinese che ha pagato 45 euro 5 litri di latte da Hamas perché un coglione gliel'ha dati dal suo Postepay mediante Paypal. La mancanza di nessi e collegamenti, l'avvocatessa tettona. Il filo logico, quello che se Dio creatore è una sarta allora possiamo stare tutti in vetrina. Aimone coglione. La suo chiometta bianco-grigia con la chierica avanzante ma ferma. Il mercato e il dolore al condilo distale del perone. Il mio. Vecchia morte non ti voglio da me vuoi quel che prendi da tutti. Le pliche sinoviali. L'artroscopia. Bologna. Il dolore. C'è mica qualcuno che cazzo capisce che VEDERE IMMAGINI è impedirsi di immaginarle? No. Ciao Cadmio. Mi sei piaciuto moltissimo. Ti proporrò per il ruolo di capestro: l'italiano, vedete, è la lingua più bella del mondo. L'unica, in verità; io ve lo dico.