Medicina, o morte

Cosa sono i geni indipendenti? Due giorni fa sono stato a Roma. La psichiatra mi aspetta, i deliri mistico-psicotici non son belli, il mondo forse non sta finendo. Quello del cinema, che ho visto a Roma, è magnifico. Mentre Emanuela, dal basso di quel che è come donna-psicologa, forse vent'anni fa aveva ragione: la scrittura automatica che mi perseguitava quando ero adolescente non è nulla di speciale. Speciale, semmai, è il mio sabotaggio. Quindi feci più che bene nel lontano millenovecentonovanta qualcosa a buttare tutti miei taccuini - che parola di merda - nella stufa in fondo alla casa. Il fuoco, il fuoco... 

- Cosa fai qui? - 

Sta in piedi, poco convinto sulla soglia di marmo dell'oratorio, in divisa da guardia privata. È basso, la divisa è nera e gli occhi azzurri come quelli dei siciliani: vitrei e indecisi. 

- E che faccio... lavoro! - 

Non faceva entrare nessuno ma proprio nessuno nel set. Ci ha provato anche D., che frequenta Roma per un corso da notaio, e non l'hanno fatto entrare. Giustamente, ha aggiunto lui con la sua consueta auto-mortificazione. Lo ammiro e detesto allo stesso tempo: sembra davvero credere che il mondo abbia un ordine e che se lo rispetti, prima o poi, avrai una ricompensa. Chiedevamo tuttavia cosa siano i geni indipendenti. Sono dei geni - cioè, all'incirca, dei frammenti di DNA - collocati in posizione cis e trans - cioè sfalsati rispetto ai due lati di una linea verticale - con importanti conseguenze sull'espressione genica e dunque sulla sintesi proteica. Avete capito? Sulla mia scrivania giacciono in abbandono due manuali per l'accesso - ancora! - a medicina. Che tristezza. Anziché studiarli sto a liberarmi delle pillole del buon umore scrivendo questa specie di diario. Ah, amico Da. Te che lavori in banca e hai lo spirito critico di una forchetta: vai a cagare, ma poi torna. Non mi sei del tutto antipatico. Un pensiero anche per Miss Allyson: non particolarmente bella ma eccezionalmente brava a sembrarlo, ci ho avuto a che fare per ragioni mediche per almeno qualche mese. Le ho detto su whatsapp che mi piaceva e lei è sparita salvo poi farsi viva dicendo che aveva archiviato la chat. "Se non vuoi essermi amico, allora dillo", ha enunciato umiliando senza appello il mio essere uomo. Andata per sempre a fare in. 

Concludo venendo a parlare del signor S. Quasi ottantenne, analista, passa molto del suo tempo a pubblicare estratti spiritualeggianti ed esoterici sulla sua bacheca facebook. Io, per me, ci ho passato sei o forse sette anni di analisi. Andavo nella città di R. addirittura con una vecchia Punto a GPL e ancora pensavo di poter accedere alla fica con il mio irresistibile non-savoir-faire da melanconico notturno. Non avevo capito niente. E su questo ha ragione completamente il dottor B. Ci vuole una bella macchina e di essere fondamentalmente un bello o belloccio con un carattere bastardo. A domani, amici miei. Ma... mi raccomando non fatevi infinocchiare dal farmacista in camice bianco: i farmaci generici non sono uguali a quelli originali, che hanno, in genere, una biodisponibilità migliore e più collaudata. Insomma, funzionano meglio.  


Q. 



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