Moglie suicida, depressione con giornale

 Funziona così: sua moglie si è suicidata a 35 anni e lui è rimasto con due figli. Fa l'ingegnere e si occupa perlopiù di energia. Ha una fronte quadrata come un tombino e i capelli un tempo rossi che ora hanno il colore di un tramonto visto attraverso lo yogurt. Al bar lo trovo con le scarpe da ginnastica consumate mentre si strafoga di pizza e sfoglia il giornale con le mani unte e indecise. Non vai più nella palestra di boxe, mi chiede. No, macché. Ormai ho un'età e poi mi fa male la gamba. Mi racconta dell'incontro dei no-vax e dice che è rimasto contento. "Solo che - spiega - parecchia di quella gente crede anche alla befana". Eh, rispondo io appoggiando perfettamente il gomito sul vetro del bancone, sì, è proprio quello di cui abbiamo bisogno. Con la scusa che devo comprare il pane  vado alla cassa e poi torno da lui, che nel frattempo è arrivato a pagina 15 del Corriere della Sera. "Elodie non ci sta, anche per le donne il successo è bello", dice il titolo mentre oltre la vetrata passa un camioncino con tre muratori dalla faccia stravolta. Be', se rifate uno di questi incontri... ditemelo! Vengo volentieri. Annuisce, ci stringiamo virilmente la mano e me ne vado. Ora il punto è che io ho un'esperienza di psicofarmaci comparabile a quella di un direttore di clinica psichiatrica e sono abbastanza sicuro che l'ingegner C. sia sotto Trittico e qualche ansiolitico di prima fascia. En, probabilmente, a giudicare dal ritmo sincopato e molto incerto delle palpebre. Che potevo dirgli? Mentre salivo in auto l'ho visto che stava finendo di riempirsi bevendo un cappuccino. Sembrava un uomo triste, solo, appena agitato in superficie dai neuroni solleticati dalle sostanze ma in fondo disperato. E chi non lo è? Be', questo è tutto. Se non crepo di tumore - e ultimamente sembra più che possibile - ci sentiamo alla prossima. Ciao stronzi. 

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