Il dolore infinito

 Insomma, dopo il cancro di mia sorella - che l'ha uccisa - e dopo il cancro di mia mamma - che l'ha uccisa - e dopo il cancro al rene di mio babbo - che non l'ha ucciso - adesso abbiamo per lui anche un cancro alla prostata, che è peggiorato. Io Dio non so se esisti o se ce l'hai con me per qualche motivo. Se è così, ti prego di farmelo sapere e farò del mio meglio per espiare i miei peccati. Ma sono stanco, davvero stanco e triste di tutto questo dolore. Potresti darmi una pausa? Che so, anche un paio di mesi andrebbero bene. Puoi farlo, Dio? Puoi? Ti prego. Dopo tutto, sono pur sempre un intellettuale fallito e vorrai scusarmi se metto le preghiere per iscritto. Mi sembrano più serie, più funzionali: sono le mie strane idee. Leggevo l'altroieri un articolo che parlava della guerra in Afghanistan. I soldati afghani, quelli armati dagli Americani contro i Talebani, avevano come usanza quella di tenersi dei bambini come schiavi sessuali. Ma agli Americani - che nei film fanno trionfare sempre il bene in un tripudio di esplosioni ganzissime - era stato ordinato di non intervenire e di tacere. E così è stato. Quindi, Dio, che posso dirti? Non mi fido molto che tu esista. Ma non so a chi altri rivolgermi. Cosa vuoi da me? Perché mi dai tutto questo carico di sofferenza? Comunque vada, non tornerò agli psicofarmaci. Già il mio cervello ha perso oltre tre quarti della sua forza, mentre la psichiatria fiorisce in campi di nebbia e malattia. Adesso basta, Dio. Basta, ti prego. 

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