La gioielleria stronza

 Ieri, veramente ieri. L'ultimo residuato familiare ancora in vita è a farsi la settima chemio, che non sta servendo a un cavolo mentre lo uccide. Benissimo. Entro nel negozio di questa ex puttana con la fica a slot e lunghi capelli biondi tempestati di doppie punte e chiedo: ha una pila per questo orologio? Devo darlo - è il mio, li fabbricavo io - al primario di anestesia mio amico a cui continuo a dare del lei perché così si fa fra gentiluomini. Non mi degna manco di mezzo sguardo dopo aver stabilito che non sono un minaccioso e barbuto rapinatore e si volge nel retro del suo negozietto prossimo al fallimento: vende solo Citizen e Longines di modelli che non vuole nessuno. Chiuderà l'anno prossimo e vi assicuro che è essere preveggenti nel vero senso della parola, cioè veramente e sul serio, è davvero molto brutto perché nessuno ti crede mentre tu sai di avere ragione. Una fregatura. Insomma esce da dietro mentre la degna plus-stronza generatrice di cotanta e di mezza età figlia ha pure il coraggio di contestare la mia richiesta: eh ma questa sigla non esiste. Ma vada a fare in culo. Prendo la pila, la pago 4 euro e non mi batte lo scontrino. Rientrato in auto e con la luce dell'abitacolo accesa come una debole candela cerco di ficcare la batteria nell'orologio, che avevo già smontato. Non entra e in obbedienza al mio vecchio babbo non insisto. Prima regola della meccanica. Rientro dalla stronza e le dico che non va. Eh, ma è lei che non la sa mettere. Cioè queste sono talmente disperate e sole che non solo non hanno capito un cazzo di come non fallire ma addirittura seguono la corrente opposta per accelerare la fine: maltrattare i clienti. Ha tuttavia ragione e con l'aiuto di una pinzetta che io non avevo riesce a montare la pila, la batteria, la fonte di energia! Me ne vado lievemente umiliato. Fiorentini di merda. Ma perché vendicarsi? Troppo facile sarebbe. E io credo in Dio, l'ho persino visto durante il mio glorioso delirio mistico e psicotico. Farà tutto lui. Grazie.

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