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I giorni che non bastano

 La neuroanatomia, il libro di Houellabecq su un artista che sta con una russa che lavora alla Michelin e secondo i recensori è all'altezza di Balzac. Bah, non conosco bene Balzac come quel finocchietto di mio cugino ma non mi pare proprio. Entro dentro il pronto soccorso - enormi e fiammeggianti di luce pomeridiana i due muri di mattoni bianco paradiso per l'ingresso ambulanze - e di fronte c'è Matte, come lo sento chiamare da una sulla sessantina con la divisa rosa da infermiera della ginecologia. Basso, grasso, capelli neri folti ai lati di una testa quadrata, intravvedo la calvizie sulla nuca. Una macchia di unto sotto il capezzolo destro: questo sta sempre a mangiare. "Che vuoi?", qui non puoi entrare, aggiunge. Dodici anni fa facevamo pugilato insieme in una palestra mezza sotto terra e tutta quanta per emarginati come noi ed era l'unico che riuscissi a picchiare senza sforzo. Una vera frana. Non gli rispondo e lo sfioro per spostarlo. Non oppone resiste...

La gabbia rotta

 Fu sempre nel gran favore degli scrittori e mai delle levatrici di bimbi mortali quel gran privilegio di poter decantare da strane posizioni la decadenza dell'epoca: è in effetti una posa aristocratica per penne mediocri. Nulla di più facile che saltare come scemi sul brutto e scagliarlo sulla faccia degli ignavi, scemi che mangiano e bevono e respirano e se camminano seguono le frecce. Vero coraggio e vera forza è estrarre schegge di bellezza e gettarle dal palco. Ecco, è il punto. Essere meglio di ciò che si ha davanti. Combattere per una morte che arriverà comunque, il grande vantaggio. Sentire il sangue, i colpi, la fatica, il sudore, la paura. Soprattutto la paura. E poi la fine. Quante persone sono state ammazzate oggi? Quanti sono crepati fra piscio e merda in un letto d'ospedale fra medici di turno e infermieri in notturno? Quanti colti sull'attimo di una gioia traditi dal cuore che li ha spezzati? Qualche centinaia di migliaia. Eppure Dio... avere la poesia dentro...

Autogrill, Sabrina, maglietta con capezzolo

 Ho scoperto come fare quando salgo in cima alla scala mentre cerco di ricordare per l'ennesima volta cioè all'incirca la ventesima quali sono le collocazioni topografiche delle auricole cardiache. Prima di buttarmi grido fortissimo che sono su entrambi gli atrii e poi mi lascio cadere sulla coperta dove la sera prima ho lasciato Irriducibile di Faggin. Non scrivere, allora. Vuoi raccontare una storia? Conta questo: da ragazzo mi piaceva il nome Sabrina. Tutte quelle che si chiamavano Sabrina avevano qualcosa che mi attraeva. "Ciao, perché mi guardi?", caviglie scoperte, occhi tondi e volgari, capelli lavatissimi, scarpe lucide e a punta. Bassa. Reagisco con lo sguardo del bove e passo oltre. Poi la osservo come un cacciatore deluso dalla preda che risale a bordo di una Toyota Yaris tutta rigata sul fianco. Manco sai guidare, Sabrina, come avevo letto il nome due giorni prima sulla targhetta affissa due centimetri sotto il capezzolo coperto dalla maglietta in cotone u...

05.24.25 ChiaraTestaModena

 Elenco degli ultimi effetti. Mi piace ancora. Chiara la vuota, dunque non lei, nell'educanda mansione delle sue labbrucole smunte ha emesso il verdetto: sei stato cattivo, ti auguro sinceramente ogni bene. E perdersi. La struttura del discorso. La cura del padre che sulle scalette della cucina agitava, dopo i carciofi da me non mangiati (e lo Xanax, ben porto dalla mano di madre, io sulla sdraio a pinzarmi le lonze sotto la maglia) e nervosamente i fogli del q. segretamente stampato e indicava, con dita non ancora nodose ma flettili - non fu la prima volta, ma la prima volta fu che fu reso pubblico e urlato - per aver scritto cotanto orrore necessitava uno psichiatraaaaa. Ah, ne avessi visti pochi. Centotrenta euro. Non potrò pagare stavolta, né continuare a contrabbandare la mia sconfitta per geniale odio del Reale. La signora ultraquarantenne, professional educator che fa i trucchi con la luna, potrà mai capire che non capisce un cazzo? È un'impossibilia, per quanto neutro ...

Mercedes con morte recente: è Pasqua

 Naso storto, occhi veloci, andatura frenetica e ben orientata: è il capo di un'officina Mercedes. Domani l'altro mi restituisce la vecchia auto di mio babbo - che è morto meno di due mesi fa, fra orrore e altro orrore - perché non è riuscito a ripararla ed ha solo sostituito la batteria. Morire, capite? Si tratta di questo, in pieno effetto. La storia è quella di tragedia e guerra, una millesima narrazione di corpi in corso di esanimazione ed armamenti utili a mortalizzare il vivente, malattie di violenza. Cazzi di gomma su pavimenti di marmo a scacchi. Di distruzione intorno, interiore come un viscere piegato fin dentro il ventre. "Buongiorno, è pronto?". Pelle ancora giovane, nasetto semi-perfetto, romana non romanaccia, madre, sulla trentina, coda di cavallo e bassa statura. Faccina da bambolina. "Sì, un attimo e arrivo da te". Per lei un caffè macchiato, per lei una ciambella alla crema, per lui un ginseng, per te un'acqua minerale. E fuori le buche...

La gioielleria stronza

 Ieri, veramente ieri. L'ultimo residuato familiare ancora in vita è a farsi la settima chemio, che non sta servendo a un cavolo mentre lo uccide. Benissimo. Entro nel negozio di questa ex puttana con la fica a slot e lunghi capelli biondi tempestati di doppie punte e chiedo: ha una pila per questo orologio? Devo darlo - è il mio, li fabbricavo io - al primario di anestesia mio amico a cui continuo a dare del lei perché così si fa fra gentiluomini. Non mi degna manco di mezzo sguardo dopo aver stabilito che non sono un minaccioso e barbuto rapinatore e si volge nel retro del suo negozietto prossimo al fallimento: vende solo Citizen e Longines di modelli che non vuole nessuno. Chiuderà l'anno prossimo e vi assicuro che è essere preveggenti nel vero senso della parola, cioè veramente e sul serio, è davvero molto brutto perché nessuno ti crede mentre tu sai di avere ragione. Una fregatura. Insomma esce da dietro mentre la degna plus-stronza generatrice di cotanta e di mezza età fi...

Sardo basso con permesso anti-virus

 A pranzo! C'è il team building dei nuovi e dei vecchi assunti per il ristorante di alto bordo inframezzato alle colline di... Dirige una russa sulla quarantina, belloccia ma non fa per me. Siamo in un paesino del cazzo che vorrei vedere raso al suolo un paio di volte e lì, fuori e tutto tremante, ho paura paurissima che non mi faranno entrare perché essendo uno sporco e maledetto novax non ho con me la garanzia di trovarmi fra persone non contagiose. Il drago vuole darmi fuoco ma arriva un super-eroe - il viceresponsabile dell'hotel - che dal suo metro e settanta scarsi in pendant con una pelata che te la raccomando mi porge il suo nell'istante esatto in cui la cameriera scema li stava... scansionando. Ma è un ricordo creato. Non andò così. Non lo controllarono a nessuno. E pure è vero verissimo che io penso molto spesso a un'infinità di cameriere sceme. Lunedì devo anzi voglio chiamare Chiara Sarta: è lei che voglio coltivare, seminatissima, per avere prole e amore. V...