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La gioielleria stronza

 Ieri, veramente ieri. L'ultimo residuato familiare ancora in vita è a farsi la settima chemio, che non sta servendo a un cavolo mentre lo uccide. Benissimo. Entro nel negozio di questa ex puttana con la fica a slot e lunghi capelli biondi tempestati di doppie punte e chiedo: ha una pila per questo orologio? Devo darlo - è il mio, li fabbricavo io - al primario di anestesia mio amico a cui continuo a dare del lei perché così si fa fra gentiluomini. Non mi degna manco di mezzo sguardo dopo aver stabilito che non sono un minaccioso e barbuto rapinatore e si volge nel retro del suo negozietto prossimo al fallimento: vende solo Citizen e Longines di modelli che non vuole nessuno. Chiuderà l'anno prossimo e vi assicuro che è essere preveggenti nel vero senso della parola, cioè veramente e sul serio, è davvero molto brutto perché nessuno ti crede mentre tu sai di avere ragione. Una fregatura. Insomma esce da dietro mentre la degna plus-stronza generatrice di cotanta e di mezza età fi

Sardo basso con permesso anti-virus

 A pranzo! C'è il team building dei nuovi e dei vecchi assunti per il ristorante di alto bordo inframezzato alle colline di... Dirige una russa sulla quarantina, belloccia ma non fa per me. Siamo in un paesino del cazzo che vorrei vedere raso al suolo un paio di volte e lì, fuori e tutto tremante, ho paura paurissima che non mi faranno entrare perché essendo uno sporco e maledetto novax non ho con me la garanzia di trovarmi fra persone non contagiose. Il drago vuole darmi fuoco ma arriva un super-eroe - il viceresponsabile dell'hotel - che dal suo metro e settanta scarsi in pendant con una pelata che te la raccomando mi porge il suo nell'istante esatto in cui la cameriera scema li stava... scansionando. Ma è un ricordo creato. Non andò così. Non lo controllarono a nessuno. E pure è vero verissimo che io penso molto spesso a un'infinità di cameriere sceme. Lunedì devo anzi voglio chiamare Chiara Sarta: è lei che voglio coltivare, seminatissima, per avere prole e amore. V

Veneta al microscopio

  È veneta. Ma sei lombarda o emiliana, le avevo chiesto. Ed era venuta a sedersi lei, di fronte a me e al mio grosso microscopio. Carina, sicuramente di ottima famiglia: capelli a caschetto leggermente lunghi, occhiali a montatura tonda color panna, pelle da ventenne, occhi castani, viso fine e gentile. Mai attribuire all'aspetto d'una persona le sue qualità morali: soprattutto con una donna.  È  più pericoloso di farsi una colonscopia accanto a una vasca piena di squali. Costei vuol sapere se possiamo aiutarla con istologia, io e il mio compare orfano mollato dai genitori biologici russi e ora mezzo cieco, bruttino e buono come il fratello di Cristo. Ci casco e cerco di spiegarle qualcosa, così che pochi secondi dopo emerge che non mi ricordo quasi nulla. Epatociti... ma andatevene a cagare! A poche parole di distanza emerge che l'anno scorso, prima di entrare a medicina, si era fatta già l'esame di citologia e istologia a biologia, dove è, se possibile, ancora più d

La decisione di morire

 C'è un divano rosso molto sgualcito e sopra ci sta dormendo uno che sta finendo la quinta chemioterapia che gli entra nel corpo magro e fragilissimo da un tubo di gomma che gli perfora la vena brachiale come un missile di precisione e tutto convinto gli arriva fin nella succlavia per poi discendere a cascata nella vena porta e infine al malandatissimo fegato: è l'unica persona che mi è rimasta al mondo e plausibilmente non durerà molto. Capisco ma in proposito voglio anche ricordare di avere una scorta piuttosto consistente di sale, una sostanza decisamente importante. Siamo sui cinquanta chili. Non so più cosa scrivere né perché respiro. Ma lo faccio comunque in ottemperanza a quell'orrendo mostro moderno chiamato abitudine. Amare, essere amato, innaffiare peschi, raccogliere sterpaglie, cambiare l'olio di una vecchia auto, perdere amici scoprendo all'improvviso la verità come una puttana vecchia nell'armadio, guadagnare sorrisi come rendite finanziare, flirta

Uccidere internet

 Ce la sto mettendo tutta anche se sto qui a scrivere un altro post. Niente link. Solo testo. Chi arriva arriva per destino o per decisione di Gesù Cristo. No ad Allah. No a Maometto. E no, soprattutto, al Dio ebraico. Torneremo alla realtà tutto d'un botto e sarà una voragine di materia marronastra e sanguigna a buttarci dentro. Ma sarà bello, nonostante tutto. Alcuni libri che dovete leggere:  1) La ribellione fallita dell'Anticristo (R.Girard). Lo lasciai come una spia sovietica in casa di quel coglione integrale di mio zio. Nella migliore tradizione della maskirovka, per distruggergli la mente e temo abbia funzionato. Poveraccio. Pazzia, psicofarmaci e onde di Depakin. Il farmaco che funziona.  2) La voce inascoltata della realtà, sempre di Girard.  3) Mai - e dico e sottolineo mai - un libro scritto da una donna: sarebbe come asciugarsi con l'acqua.  4) Eumeswil di Ernst Junger. E fanculo la umlaut tedesca ché non ho voglia di copincollarla. Tanto, dovete trovarlo lo s

Anestesia

 Entro e li trovo entrambi seduti: si capisce che a comandare è lui perché sta seduto al centro e conduce la conversazione. Stanno facendo un esame in videochiamata alla specializzanda, che è anche belloccia e ha un accento milanese abbastanza gradevole. "Allora, vediamo, quali sono i farmaci da evitare in una paziente di 54 anni in shock cardiogeno con nefrectomia sinistra e stenosi aortica di tipo 1?". Lei risponde senza esitare un secondo: è bravissima. Finito l'esame, il professore - l'unico che aveva il camice - mi porta nella stanza attigua e mi spiega. "Vede, io ho accettato di riceverla perché sono curioso: come mai, già al I anno, lei è sicuro di voler fare anestesia?". Perché non c'è cosa più bella e delicata, il fascino di saper prendere decisioni complicate in pochi secondi. E poi l'ho visto fare, mi piace. Rimane più o meno impassibile e così gli racconto un po' dei fatti miei. Il telefono gli squilla ogni dieci secondi,

Una giornata normale

 Fra poco più di un mese avrò l'esame parziale di anatomia, ossa e muscoli. Non mi ricordo nulla e già ho deciso che mercoledì mattina, all'incontro da favorito che avrò con uno degli ordinari, darò tutta la colpa all'En - per gli amici Delorazepam - che mi dà amnesia e insomma non mi fa ricordare le decine, centinaia di nozioni necessarie a superare l'esame con dignità. Scriverò pertanto a caso, come facevo da giovane e scapestrato, quando ancora non avevo capito quanto mi sarebbe costato vivere in quel modo sbagliato. Il peroniero breve, quello lungo, l'estensore lungo dell'alluce, il flessore lungo delle dita, il quadrato dei lombi e il quadrato del femore. Il magico ileopsoas, l'inevitabile tensore della fascia lata e ultimo ma non meno importante il sovraspinato, che se la gioca quanto a tirarsela sui tendini con il trapezio e il sottoscapolare. Per non parlare del romboide, del diaframma, del coracobrachiale e di quella maledetta testa di cazzo del gra